A fine giugno, con
l'arrivo delle prime giornate calde, il mio corpo e la mia mente
iniziano a prepararsi al clima torrido che mi aspetta durante il
soggiorno estivo nella mia terra natale: il Messico.
Il viaggio inizia sempre
dall'aeroporto di Peretola a Firenze. L'unica novità di questo anno
è la linea aerea con cui viaggio. Dopo più di trent'anni Alitalia
torna a volare in Messico e io molto patriottica decido di partire
con l'aereo tricolore. Parto presto da Firenze per Roma Fiumicino con
qualche dubbio sull'efficienza della compagnia di bandiera e sulla
comodità del tanto discusso aeroporto capitolino. Ma devo dire che
il mio breve passaggio lì è stata una gradevolissima sorpresa. Il
vituperato aeroporto è bello, pulito e la gente è amabile. Tiro un
sospiro di sollievo e mi reco alla sala d'attesa per il volo
transoceanico. Il personale di terra Alitalia, con puntualità
inglese e con un sorriso stampato sul viso, ci da il benvenuto,
controlla biglietti e passaporti e ci fa passare dentro l'abitacolo.
Una volta pronti con le
valigie di misura piccola, zaini e borse sistemati negli stipetti e
le cinture di sicurezza allacciate, partiamo tranquillamente fino a
prendere alta quota. Il personale di bordo non solo è molto
competente, sono anche molto belli e gentili e ciò non guasta!
Sembra d'essere in un set cinematografico, dove il fascino e
l'eleganza di Marcello Mastroianni fluttuano nell'aria.
Quest'atmosfera fascinosa fa sì che il viaggio piuttosto lungo (12
ore e 20 minuti) sia un po' meno stancante. Unica nota negativa è
che la tanto chiacchierata cucina italiana non si è vista, il cibo è
piuttosto cattivo e molto scarso. Non che mi importi granché, visto
la mia inappetenza in questi voli ma peccato che Alitalia si faccia
prendere in castagna proprio sul cibo, una delle eccellenza del
nostro paese.
L'arrivo a Città del
Messico è sempre confusionario. Noto con amarezza lo stato di
deterioramento dell'aeroporto, vecchio, gremito e con un caldo
opprimente. Una volta superata la dogana e recuperate le valigie si
esce in uno spazio ancora più affollato dove ci sono più punti
vendita di cibo che in un mercato. Una folata di odori ti nausea
immediatamente.
Rimango qualche giorno a
Città del Messico in eccellente compagnia, in un bel quartiere a
misura d'uomo, con negozietti vari, spazi verdi e un bel mercato
intorno. Il primo giorno abbiamo pranzato in un piccolo ristorante
situato su un rumoroso viale (ma cosa non è rumoroso in una città
di più di venti milioni di abitanti?) Il posto è molto accogliente
e accattivante sia per via dell'arredamento messicano (teschi usati
come vasi con piante verdi ricadenti “las Julietas”,
porta-candele con l'immagine della madonna de Guadalupe usati come
normali bicchieri) ma anche per la specialità della sua cucina: los
chilaquiles (tortillas tagliate a pezzi, fritte e bagnate da varie
salse piccanti, con formaggio, fagioli, pollo e altro). Da qui il
suggestivo nome del restaurant: “Los Chilakiller's”, che
veramente ti possono ammazzare se non sei abituato al peperoncino,
deliziosi!
Dopo una bella mangiata di
chilaquiles abbiamo passeggiato nei quartieri Roma, Condesa, molto
famosi per il gran numero di caffè, ristoranti, bar, librerie, etc.
Al parco México noto un
via vai di gente che porta fuori i cani. Si nota che si è creato una
specie di “club buoni amici del cane”. Chi, come me, vuole bene
agli animali ma non li bacia e abbraccia, viene percepito come un
essere strano, cattivo, se non mostra sguardi mielosi e compiacenti
coi pelosi e con i suoi padroni. Non sopporto questo atteggiamento di
virtuosismo, un po' come sta succedendo anche con i vegani.
Mi rendo conto che sto
invecchiando giacché al secondo giorno non ce la faccio più a stare
in questa bella e caotica città. L'altitudine del posto non aiuta e
non vedo l'ora d'essere a Tampico e godere del suo mare dall'odore
salmastro, del caldo umido, dei deliziosi gamberoni e di bere una
fredda “michelada” (birra ghiacciata con succo di limone).
Tampico è una città che,
ogni volta che la visito, mi piace sempre di più perché ha un mare
bellissimo. Amo camminare la sera sulla spiaggia, tuffarmi nell'acqua
cristallina e fresca, un vero piacere. Tornare a casa coi capelli
bagnati un po' salati mi fa ricordare la bella canzone di Gino Paoli
Sapore di sale e
inevitabilmente arriva una dolce
malinconia.
Quest'anno ho fatto una
passeggiata lungo il molo, per altro affollatissimo essendo periodo
di vacanze e in più di domenica. La prima parte del molo è
costituita di negozietti di souvenir, birrerie e ristoranti dove la
musica di cumbias
assorda allegramente i passanti. Man mano che si cammina verso il
faro e ci allontaniamo dalla folla, possiamo godere dei rumori della
natura come lo sciabordio delle onde del mare che colpiscono la
scogliera, lo stridio dei gabbiani, la nave che parte, la rete
silenziosa che i pescatori “apparecchiano” sull'acqua come per
una cena romantica.
Nota curiosa di questa
passeggiata: la scogliera è abitata da una popolosa colonia di
procioni che deliziano i turisti lasciandosi fotografare e alimentare
abbondantemente.
Negli ultimi anni quando
vado a Tampico sono ospite di un mio caro cugino, Gerardo. Lui è
sempre molto generoso e mi riempe di attenzioni. Ma la cosa più
importante è che ha il dono di sorprendermi e di regalarmi sempre
qualche perla da non dimenticare. Per esempio quest'anno le cose che
rimarranno nel mio cuore sono la camminata sul molo, l'aver goduto
dell'istante favoloso in cui il sole si avvicina al mare argentato
del golfo e disegna una scia sopra la superficie, il tramonto e il
pranzo al ristorante giapponese Toyama, dove ho avuto la fortuna
d'osservare il tonno pinna gialla e la maestria del cuoco nel
tagliarlo - anche questo è arte.
Ah dimenticavo, Gerardo mi
regala sempre il mare!
Dopo qualche giorno lascio
Tampico su un bus di Transpais che mi porta al Mante, come al solito
il servizio è eccellente. Durante il viaggio guardo comodamente il
film sulla vita dello scienziato inglese Stephen Hawking con la
formidabile interpretazione dell'attore Eddie Redymayne e senza
accorgermene, in un momento, sono a casa.
L'arrivo in famiglia è
sempre un mix di carnevale e quaresima. Il piacere di ritrovare gli
esseri amati, la mamma, le sorelle, gli amici e condividere con loro
gioia e dolori... Inevitabilmente questa è la vita.
Rivedo i miei amici poeti,
scrittori, beviamo qualche coppa di vino rosso e ci raccontiamo le
novità. Leggiamo qualche brano delle “nostre produzioni” e
passiamo ore gradevolissime. Non possono mancare cene o pranzi con
altri amici e con la famiglia. Quest'anno mi hanno portata a un
nuovo ristorante molto carino La Chalupa,
dove preparano squisiti tacos
di pesce e ovviamente a Las carnitas,
il migliore ristorante di carne della città e dintorni.
Soffrendo un po'
d'insonnia mi alzo molto presto, verso le cinque del mattino e,
subito dopo aver bevuto il mio primo caffè, mi metto a cucinare
mentre gli altri dormono. Cucinare è un'attività da me molto amata,
ma una cosa è cucinare a temperatura gradevole e un'altra è
cucinare di mattina presto con già 32 e 35°, si può dire un vero
inferno!
Mentre taglio le verdure
sento scivolare rivoli di sudore che partono dalla testa e piano
piano disegnano un percorso sul mio corpo, scendono dal collo, si
incurvano fra i seni, dietro la schiena per poi raggiungere le
natiche e scivolare come un fiumiciattolo su cosce e polpacci. La mia
attività culinaria è rapida e furiosa, vedo la doccia gelata come
un'oasi da raggiungere! Nonostante patisca il caldo durante la
preparazione del cibo, c'è poi la ricompensa: la grande
soddisfazione di tutti i commensali al momento del pranzo.
I giorni dalla mamma
trascorrono bene, la sua compagnia dolce e non invadente fa sì che
il tempo scorra senza sussulti. Passo pomeriggi interi a chiacchiere
con lei e le mie sorelle. Quest'anno con la presenza della nipotina
Azulina la casa si è riempita d'allegria e movimento. Nei pomeriggi,
durante l'ora della siesta, mentre gli altri riposano, lei si diverte
a creare finti video-guida (tutorials,
infine figlia di questo secolo). I suoi tutorials
preferiti sono quegli di podologa. Notare bene: dico podologa, non
estetista. Io le presto i miei piedi per i suoi capolavori. Altre
volte fa tutorials su
effetti speciali nel cinema come per esempio creare ferite - sempre
nei piedi - veramente creativa!
Da qualche anno vado a
Monterrey con mia sorella Lauris. Siccome Monterrey ha bisogno di un
capitolo a parte, vi dirò soltanto che sono stati giorni di molta
tranquillità spirituale. Una mattina in cui io e mia sorella non
siamo uscite, vari elementi fortuiti hanno creato un momento sublime
fra di noi. Eravamo ognuna in camera sua con le porte aperte, lei
stava usando il suo tablet,
io stavo leggendo un bel romanzo storico, entrambe ascoltavamo la
musica di Franco Battiato e l'aria fresca entrava dalle finestre...
una pace incredibile. Ad un certo punto mi sono commossa, avevo un
groppo in gola. Poi all'improvviso io e mia sorella ci siamo
incontrate sulla soglia della porta, tutte e due felici per la
tranquillità e libertà che stavamo condividendo nel massimo
rispetto di noi stesse. Credo che anche lei non dimenticherà mai
quella mattina di pace.
https://www.youtube.com/watch?v=8TyRHj4Ag34
Passo ancora qualche
giorno dalla mamma e diventa sempre più difficile dirle arrivederci.
Col passare degli anni l'arrivederci ha un peso diverso e
un'incertezza in più. Lasciare i cari è sempre una prova di
carattere non indifferente. Ogni sorella, nipote o amico in quel
breve periodo lascia un'impronta dentro di me.
Lascio il Mante ed inizio
il mio viaggio di ritorno a casa in Italia. Il nastro s'avvolge
all'indietro. A Tampico incontro un carissimo amico, Hiram, sono più di
trent'anni che non ci vediamo. Quand'ero ragazza lui mi ascoltava
pazientemente e mi dava conforto nei momenti di pura follia che
solitamente attraversavo. Riabbracciarlo, vederci tutti e due
invecchiati ma in fondo ancora con un pizzico di follia, è stato
molto energetico, divertente. Il tempo si è fermato a quei caffè
dove passavamo pomeriggi interi. Lui è un grande artista, pittore,
architetto, botanico, un genio. Mi riempe di gioia e porto con me
alcune sue pitture che presto rivestiranno i muri bianchi di casa
mia.
Arrivo all'aeroporto di
Città del Messico. Lì mi aspetta la mia amica Moira che viene
espressamente da Cuernavaca per pranzare con me e salutarmi. La
nostra è un'amicizia che dura da tempo. Mai fu così profetico quel
breve paragrafo sull'amore e l'amicizia di José Ortega y Gasset che
Moira mi scrisse nel 1980: “Un
amore pieno, che sia nato nella radice della persona, non può
verosimilmente morire: potrà perdere volume ma continuerà nel
sottosuolo della coscienza”. Credo fortemente che ciò sia accaduto
per la nostra amicizia, qualche volta si è affievolita per via della
lontananza ma la sua qualità sentimentale è rimasta intatta. Grazie
Moira!
Alle ore 18 del 23 agosto
Moira prende il bus per Cuernavaca e io mi dirigo al check-in di
Alitalia. Tutto sembra perfetto, valigia consegnata, controlli
superati, non resta che aspettare l'ora dell'imbarco, l'ora della
partenza alle 23:30.
Trovo molto interessante
vedere al aeroporto tanti ebrei ortodossi. Tutti con gli abiti neri,
la kippà, le barbe lunghe e i boccoli che scappano dalla tempia, non
è facile passare inosservati. Molti di loro leggono il talmud. Ci
sono anche giovane coppie con in seguito tanti bambini. Ricordo con
piacere il romanzo di Chaim Potok: Danny l'eletto. Se non lo avete letto ne consiglio la lettura. Rimango veramente
sorpresa della loro presenza. Per me era più usuale vederli in
qualche aeroporto europeo.
Poco prima della partenza
nella sala d'attesa inizio una gradevole conversazione con una donna
poco più giovane di me, Albacelli. Anche lei va a Firenze dove sarà
ospite di alcuni sacerdoti della chiesa di Santa Maria Novella. Con
loro poi partirà per le meravigliose Dolomiti. Ci troviamo subito in
sintonia, lei ha il dono della tranquillità, che di solito io non
ho, essendo una persona ansiosa.
Vediamo arrivare la troupe
di Alitalia e anche questa volta sembra di vedere una passerella di
bellissimi modelli. Tutti, dal capitano al più umile servitore della
compagnia di bandiera, sono incredibilmente belli e seducenti. Una
volta pronti a partire, l'aereo si dirige sulla pista per il decollo.
Pochi minuti e la virile voce del capitano ci informa che per
problemi tecnici al motore sono costretti a cancellare il volo. Tutti
molto dispiaciuti scendiamo dall'aereo, riprendiamo le valigie,
passiamo la dogana e il personale di terra di Alitalia ci accompagna
all' Hotel Camino Real che si trova praticamente dentro l'aeroporto
dove facciamo il check-in per trascorrere la notte.
A questo punto io sono
molto stanca e nervosa, ma Albacelli e altre giovani ragazze
messicane molto carine mi aiutano a comunicare a casa la
cancellazione del volo e l'incertezza circa il ritorno il giorno
dopo. Quella notte Albacelli e io scegliamo di rimanere nella stessa
camera nonostante ci offrano anche la possibilità di camere singole.
La camera è di lusso con un letto king-size,
biancheria di puro cotone, bello splendente. Il bagno è elegante,
sulla gruccia sul muro c'è un bell'accappatoio a nido d'ape, che,
qualora fossimo interessate, si può acquistare direttamente nella
lobby, ma Albacelli e io prudentemente non l'abbiamo toccato.
La vita a volte ti da
delle sorprese incredibili: poche ore prima in una sala d'attesa
d'aeroporto, dove la maggioranza delle persone è impegnata col suo
smartphone, io e una
sconosciuta ci mettiamo a chiacchierare in perfetta armonia, poche
ore dopo il destino vuole che ci troviamo insieme nella stanza di un
hotel, dormiamo insieme nello stesso letto come fossimo una vecchia
coppia di amiche in vacanza. Lei più giovane, si prende cura di me
come fosse una sorella maggiore, mi domando se questo può succedere
fra uomini... ho qualche dubbio. Intanto ora so che Albacelli è
riuscita a partire con Lufthansa, che è in giro per le montagne
italiane e aspetto una sua telefonata quando tornerà a Firenze,
questa volta mi prenderò io cura di lei!
La mattina dopo un po' di
peripezie, telefonate via Skype e mails, ricevo il mio nuovo
biglietto per tornare in Italia, volo alle 20:35 con AirFrance.
Devo dire che i francesi
sono molto efficienti ma molto freddi. Svolgono il loro lavoro con
precisione ma manca loro quel pizzico di gioia di vivere.
Peccato. Mi sarebbe
piaciuto ritornare con la bella troupe
di Alitalia.
El viaje inicia siempre
del aeropuerto de Peretola, en Florencia. La única
novedad de este año
es la línea
aérea en la que viajo. Después de más
de treinta años
Alitalia vuelve a volar a México y yo, muy patriótica,
decido partir en el avión
tricolor. Salgo temprano de Florencia a Roma Fiumicino, con alguna
duda sobre la eficiencia de la compañía
de bandera y sobre la comodidad del tan discutido aeropuerto de la
capital. Pero debo decir que mi breve pasaje ahí
fue una agradable sorpresa. El vituperado aeropuerto es bello, limpio
y la gente, amable. Echo un suspiro de alivio y me dirijo a la sala
de espera para el vuelo transoceánico.
El personal de tierra Alitalia, con puntualidad inglesa y con una
sonrisa impresa en el rostro, nos da la bienvenida, controla boletosy
pasaportes y nos hace pasar dentro el habitáculo.
Una vez listos con las
maletas pequeñas,
las mochilas y bolsas acomodadas en los compartimentos y los
cinturones de seguridad abrochados, partimos tranquilamente hasta
alcanzar una gran altura. Los tripulantes de cabina no solo son muy
competentes, son también muy guapos y amables. ¡Y
eso ayuda! Parecemos estar en un set cinematográfico,
donde la fascinación
y la elegancia de Marcello Mastroianni fluctúa
en al aire. Esta atmosfera de embeleso hace que el viaje, más
bien largo (12 horas y 20 minutos), sea menos cansado. La única
nota negativa es que la tan famosa cocina italiana no se ve; la
comida es más
bien mala y escasa. No es que le dé importancia, vista mi
inapetencia en estos largos viajes, pero lástima
que Alitalia caiga en un servicio de baja calidad justamente en la
alimentación,
una de las excelencias de nuestro país.
La llegada al aeropuerto
de la Ciudad de México es siempre de confusión.
Noto con amargura el estado de deterioro del aeropuerto, viejo, lleno
de gente y con un calor oprimente. Una vez superada la aduana y
recuperadas las maletas se sale a un espacio todavía
más
lleno, donde hay más
puntos de ventas de comida que en un mercado. Una ráfaga
de olores te nausea
inmediatamente.
Me quedo algunos días
en la CdMx en excelente compañía,
en un bonito barrio a escala humana, con variedad de negocios,
espacios verdes y un surtido mercado a su alrededor. El primer día
comimos en un restaurant situado sobre una ruidosa avenida (pero,
qué cosa no es ruidosa en una ciudad de más
de veinte millones de habitantes?) El lugar es muy acogedor y
atrayente, sea por su decoración
estilo mexicano (calaveras usadas como macetas con plantas verdes
“las Julietas” y portavelas con la imagen
de la virgen de Guadalupe usados como vasos normales), sino también
por la especialidad de su cocina: los chilaquiles. De ahí
el sugestivo nombre del restaurante,”Los Chilakiller's”, que
realmente te pueden matar si no estás
acostumbrado al chile. ¡Deliciosos!
Después de un buen
atracón
de chialquiles, paseamos por las colonias Roma y Condesa, muy famosas
por el grande número
de cafés, restaurantes, bares, librerías.
En el parque México noto un ir y venir de gente que lleva de paseo
sus perros. Se nota que se ha creado una especie de “club amigos de
perros”. Alguien como yo, quien quiere bien a los animales pero no
los besa y abraza, viene percibido como un ser extraño,
malo, si no demuestra miradas melosas y complacientes con los peludos
y sus patrones. No soporto esta postura de virtuosismo, un poco como
sucede también con los veganos.
Me doy cuenta que me estoy
haciendo vieja, ya que al segundo día
ya no aguanto esta ciudad tan bella y caótica.
La altitud del lugar no ayuda. No veo la hora de estar en Tampico y
disfrutar de su mar de olor salobre, del calor húmedo,
de sus deliciosos camarones y de tomar una michelada fría.
Tampico es una ciudad que
cada vez que la visito me gusta siempre más,
porque tiene un mar bellisimo. Amo caminar en las tardes en su playa,
echarme en el agua cristalina y fresca. Un verdadero placer. Regresar
a casa con el pelo mojado y un poco salado me hace recordar la bonita
canción
de Gino Paoli Sapore di sale
,y entonces es inevitable que llegue una dulce melancolía.
Este año
hice un paseo en el muelle, èl muy lleno de gente siendo temporada
de vacaciones y domingo. La primera parte del muelle está
poblada de pequeños
negocios de souvenirs, bares y restaurantes donde la música
de cumbias ensordece alegremente a los transeúntes.
Mientras nos vamos alejando de la multitud, caminando rumbo al faro,
podemos gozar de los rumores de la naturaleza como el golpear de las
olas del mar en la escollera, el chillido de las gaviotas, la nave
que parte, la red silenciosa que los pescadores ponen como mantel
encima del agua como para una cena romántica.
Nota curiosa de este paseo: la escollera está
habitada por una nutrida colonia de mapaches que deleitan a los
turistas, dejándose fotografiar y alimentar abundantemente.
En
los últimos tiempos que vengo a Tampico soy huésped de un querido
primo, Gerardo. Él es siempre muy generoso y me llena de atenciones.
Pero lo más importante en él es que tiene el don de sorprenderme y
de regalarme siempre alguna perla inolvidable. Por ejemplo, este año
las cosas que quedarán en mi corazón son el paseo en el muelle,
haber disfrutado del instante fabuloso en que el sol se acerca al mar
plateado del golfo y dibuja una estela sobre la superficie, el
atardecer y la comida al restaurant japonés Toyama, donde tuve la
fortuna de observar el atún aleta amarilla y la maestría del
cocinero a cortarlo. ¡También esto es arte!
¡Ah
olvidaba, Gerardo me regala siempre el mar!
Después
de unos días dejo Tampico en un autobús de Transpaís, que me lleva
al Mante. Como siempre, el servicio es excelente. Durante el viaje
veo cómodamente la película sobre la vida del científico inglés
Stephen Hawking, con la formidable interpretación del actor Eddie
Redymayne y, sin darme cuenta, llego a casa.
La
llegada a la familia es siempre un mix de carnaval y cuaresma. El
placer de reencontrar los seres queridos: mamá, hermanas, los
amigos, y compartir con ellos alegrías y dolores... Es inevitable,
¡esta es la vida!
Veo
a mis amigos poetas y escritores. Tomamos unas copas de vino tinto y
nos platicamos las novedades. Leemos algunos fragmentos de “nuestras
producciones” y pasamos horas muy agradables. No pueden faltar
cenas o comidas con otras amistades y con familiares. Este año me
han llevado a un nuevo restaurante muy lindo, La Chalupa, donde
preparan exquisitos tacos de pescado. Y, por supuesto a Las Carnitas,
el mejor restaurante de carnes en la ciudad y sus alrededores.
tacos de pescado La Chalupa |
comida mexicana en casa de Lauris |
Sufriendo
de insomnio, me levanto muy temprano, como a las cinco de la mañana.
Apenas tomo mi primer café, me pongo a cocinar mientras los otros, duermen. Cocinar es una actividad que en particular yo amo, pero una
cosa es cocinar a una temperatura agradable y otra es cocinar en la
mañana temprano ya con una temperatura de 32 y 35 grados. Se puede
decir ¡un verdadero infierno!
Mientras
corto las verduras, siento resbalar riachuelos de sudor que parten de
mi cabeza y lentamente dibujan un recorrido en mi cuerpo. Bajando por
el cuello, se curvan entre los senos, detrás de mi espalda para
llegar a las nalgas y resbalarse como un arroyo entre mis piernas y
pantorrillas. Mi actividad culinaria es rápida y furiosa, ¡veo una
ducha helada como un oasis por alcanzar! No obstante que sufra el
calor durante la preparación de los alimentos, después viene la
recompensa: la gran satisfacción de los comensales al momento de la
comida.
Los
días con mamá transcurren bien. Su compañía dulce y discreta hace
que el tiempo pase sin sobresaltos. Paso tardes enteras platicando
con ella y mis hermanas. Este año, con la presencia de la nieta
Azulina, la casa se ha llenado de alegría y movimiento. En las
tardes, durante la hora de la siesta y mientras los otros se reposan,
ella se divierte creando videos farsas (tutorials,
en fin hija de este siglo). Sus tutorials
preferidos son los de podóloga. Notar bien: digo podóloga no
pedicurista. Yo le presto mis pies para sus obras de arte. Otras
veces hace tutorials
sobre efectos especiales en el cine como, por ejemplo, crear heridas
– siempre en los pies. ¡Realmente muy creativa!
Desde
hace varios años voy a Monterrey con mi hermana Lauris. Dado que
Monterrey será un capítulo aparte, les diré solamente que fueron
días de mucha tranquilidad espiritual. Una mañana en que mi hermana
y yo no salimos, varios elementos fortuitos crearon un momento
sublime entre nosotras. Estábamos cada una en su recámara con las
puertas abiertas, ella usando su tablet
y
yo leyendo una interesante novela histórica. Las dos escuchábamos
la música de Franco Battiato y el aire fresco entraba de las
ventanas...una paz increíble. En cierto momento yo me conmoví,
tenía un nudo en la garganta. Después, de improviso, mi hermana y
yo nos encontramos en el umbral de la puerta, las dos felices por la
tranquilidad y la libertad que estabamos compartiendo en el máximo
respeto mutuo. Creo que también ella nunca olvidará esa mañana de
paz.
Transcurro
todavía unos días con mamá. Siempre se vuelve más difícil
decirle “hasta luego”. Con el pasar de los años el arrivederci
tiene un peso diferente y una incertidumbre más. Alejarse de las
personas queridas es siempre una prueba de carácter no indiferente.
Cada hermana, sobrino o amigo en ese breve período dejan una huella
dentro de mí.
Dejo
el Mante e inicio mi viaje de regreso a casa en Italia. La cinta se
enrolla hacía atrás. En Tampico encuentro a un querido amigo, Hiram; son
más de treinta años que no nos vemos. Cuando yo era una jovencita,
él me escuchaba pacientemente y me daba consuelo en los momentos de
locura pura que normalmente atravesaba. Reabrazarlo, vernos los dos
envejecidos pero en el fondo todavía con un pellizico de locura, fue
muy energético, divertido. El tiempo se detuvo en el café, donde
pasábamos tardes enteras. Él es un gran artista, pintor,
arquitecto, botánico; un genio. Me llena de alegría y llevo conmigo
algunas de sus pinturas que pronto revestirán las paredes blancas de
mi casa.
Llego
al aeropuerto de la Ciudad de México. Ahí me espera mi amiga Moira
que viene expresamente de Cuernavaca para comer conmigo y saludarme.
Nuestra amistad es de años. Jamás fué tan profético aquel breve
parágrafo sobre el amor y la amistad de José Ortega y Gasset, que
Moira me escribió en el 1980: “Un amor lleno, que haya nacido en
las raíces de la persona, no puede verosímilmente morir: podrá
perder volumen, pero continuerá en el subsuelo de la conciencia”.
Creo fuertemente que esto ha sucedido en nuestra amistad, alguna vez
se ha debilitado por culpa de la lejanía pero la calidad sentimental
se ha quedado intacata. ¡Gracias Moira!
A
las 18 horas del 23 de agosto Moira toma el autobús rumbo a
Cuernavaca y yo me dirijo al check-in
de Alitalia. Todo parece perfecto: maleta entregada y controles
superados. No queda más que esperar la hora de embarque, la hora de
la salida es a las 23:30.
Encuentro
muy interesante el hecho de ver numerosos judíos ortodoxos en el
aeropuerto. Con sus vestimentas negras, la kippá,
las barbas largas y sus rizos que escapan de la sien, no son fáciles
de pasar inobservados. La mayoría lee tranquilamente el Talmud.
Las jovenes familias, muy numerosas. Me viene en mente la novela de
Chaim Potok; Danny The chosen (el elejido). Si no la han leìdo, les aconsejo la lectura. Me quedo realmente
sorprendida de ver estas escenas, que para mí eran más propias de
algún aeropuerto europeo.
Poco
antes de mi partida, en la sala de espera, inicio una agradable
charla con una mujer poco más joven que yo, Albacelli. También ella
va a Florencia, donde será huésped de unos sacerdotes de la iglesia
de Santa María Novella. Con ellos viajará posteriormente a las
hermosas montañas de las Dolomitas. Nos encontramos de súbito en
sintonía. Ella tiene el don de la tranquilidad, del cual yo, siendo
una persona sumamente ansiosa, carezco.
Vemos
pasar la troupe
de Alitalia y de nuevo parece ser una pasarela de bellísimos
modelos. Todos, desde el capitán hasta el más humilde servidor de
la compañía de bandera, son increíblemente guapos y seductores.
Una vez listos para partir, el avión se dirije a la pista para el
despegue. Pocos minutos después la varonil voz del capitán nos
informa que, por problemas técnicos del motor, está obligado a
cancelar el vuelo. Todos bajamos del avión muy apenados, retomamos
las maletas, pasamos la aduana y el personal de tierra de Alitalia
nos acompaña al Hotel Camino Real, que se encuentra prácticamanete
dentro el aeropuerto. Ahí haremos el check-in
para pasar la noche.
Ya
en este punto yo estoy muy cansada y nerviosa, pero Albacelli y otras
jovenes chicas mexicanas muy lindas me ayudan a comunicar a casa la
cancelación del vuelo y la incertidumbre sobre el regreso a casa el
día después. Esa noche Albacelli y yo escogimos de quedarnos en la
misma habitación, no obstante que nos ofrecen cuartos individuales.
La habitación es de lujo, con una cama king
size
y ropa blanca de algodón esplendente. El baño es elegante. En un
gancho en la pared hay una bella bata de toalla en nido de abeja que,
en caso de estar interesadas, se puede comprar directamente en el
lobby
del hotel. Pero Albacelli y yo, prudentemente, no la tocamos.
La
vida a veces da sorpresas increíbles. Pocas horas antes, en una sala
de espera de un aeropuerto, donde la mayoría de las personas están
ocupadas con los smartphones,
yo y una desconocida nos ponemos a platicar en perfecta armonía.
Pocas horas después, el destino quiere que nos encontremos juntas en
la habitación de un hotel y durmamos juntas en la misma cama, como
fuéramos una vieja pareja de amigas en vacaciones. Ella, más joven,
me cuida como si fuera su hermana mayor. Me pregunto si esto puede
suceder entre los hombres... tengo mis dudas. Ahora sé que Albacelli
logró partir con Lufthansa y que anda en las montañas italianas.
Espero su llamada para saber cuándo vendrá a Florencia. ¡Esta vez
me tocará a mí apapacharla!
Por
la mañana, después de varias peripecias, telefoneos por Skype y
correos, recibo mi nuevo boleto de avión para regresar a Italia.
Vuelo a las 20:35 con AirFrance.
Tengo
que decir que los franceses son muy eficientes, pero muy fríos.
Hacen su trabajo con precisión, pero les falta la chispa de la vida.
Lástima.
Me hubiera gustado regresar con la bella troupe
de Alitalia.