martedì 10 settembre 2013

El Metro




Ho l’abitudine d’osservare le persone quando mi trovo nelle sale d’attesa degli aeroporti, degli autobus o quando viaggio nei mezzi pubblici, è un modo di passare il tempo e fantasticare sulla vita del mio prossimo. Alcune volte prendo appunti nella mia testa altre volte sulla carta a seconda di dove sono.

Spesso quando faccio questo esercizio ricordo sempre una bellissima canzone scritta da Joan Manuel Serrat; La bella y el metro. E’ una canzone che amo particolarmente perché m’identifico con essa; quello che scrive Serrat è precisamente quello che penso ed osservo quando sono in quella situazione nel Metro: lascio volare la mia fantasia e provo a immaginare la vita delle persone che sono dentro a quei vagoni;  a volte penso che a sua volta ci sarà qualcuno che fa la stessa cosa nei miei riguardi o semplicemente non gliene frega niente a nessuno ed ognuno è preso dai propri pensieri, dalle proprie inquietudini.



Alcuni anni fa durante un mio viaggio a Città del Messico, prendendo “el metro” rimassi impressionata al vedere una realtà urbana sotterranea, che camminando sopra per le strade ed i grandi viali della città passa inosservata, un altro mondo. Allora rimassi stupefatta dalla quantità di bambini e adulti (vagoneros) che percorrevano i vagoni del metro vendendo ogni tipo di merce.

Ebbene sì, quest’anno al mio ritorno a Città del Messico riprendendo “el metro” oltre all’affollamento abituale che m’impediva riflessioni e osservazioni più acute ho notato con grande meraviglia l’eccellente equilibrio e destrezza delle donne messicane per truccarsi con gran maestria malgrado “el traqueteo” (tramestio) … cavolo! A me non bastavano due braccia e due gambe ben piantate a terra per riuscire a stare dritta mentre loro con “nonchalance” si truccavano magnificamente.




Seconda cosa che ho scoperto sono stati “los bocineros”:  è gente che vende c.d. illegali, salgono sui vagoni portando con se un vecchio c.d player (come il mio vecchio apparecchio)  facendo sentire qualche cantante di moda o  vecchie canzoni messicane a tutto volume, stridenti… in un primo momento rimango sorpresa dal suono così forte di questi vecchi c.d. player, finchè mia  figlia mi fa notare che nelle loro spalle dentro agli zaini hanno una grossa cassa musicale che diffonde i suoni; la bocina, da lì l’epiteto di “bocineros”.Ti fanno diventare matto con il volume così alto, tant’è che in questi giorni stavo leggendo nel giornale che è nata la raccolta di firme in internet contro questi “bocineros”.
La gente che nel metro apparentemente sembra indifferente a tutto in realtà subisce di tutto, in questo caso un inquinamento acustico non meno grave di quello atmosferico. Mi terrò informata su come va a finire quest’azione contro “los bocineros”.


Per ultimo una cosa che trova sempre conferma nei miei ritorni in Messico è l’amoreggiare delle coppiette messicane, non solo nel metro, non importa il posto, la età, , l’orario, dovunque siano, loro si baciano (e non solo!) con una passione che ha dell’ incredibile, waw! a volte anche in modo molto imbarazzanti per me, ma… beati loro! 

E come dice Serrat: “entre el inferno y el cielo,
                                     galopando entre tinieblas
                                     de la periferia al centro
                                     del centro a la periferia,
                                     el metro.

                                    Con ojos de sueño viene
                                    cruzando la madrugada
                                    regresará a media noche
                                    con el alma fatigada,
                                    el metro.........................

                                   yo sólo la veo a ella
                                   la bella
                                   la bella
                                   la bella que no me ve

Versiòn en castellano




        Tengo la costumbre de observar las personas cuando me encuentro en las salas de espera de los aeropuertos, de los autobuses, o cuando viajo en los medios públicos; es una manera de pasar el tiempo y fantasear sobre la vida del prójimo. Algunas veces tomo apuntes en mi mente otras veces en el papel según donde esté.

Seguido cuando hago este ejercicio recuerdo siempre una bellisima canción escrita y cantada por Joan Manuel Serrat; La bella y el metro. Es una canción que amo particularmente porque me identifico con ella, lo que escribe Serrat es precisamente lo que pienso y observo cuando estoy en esa situación en el Metro, dejo volar mi fantasía y pruebo a imaginar  la vida de las personas que están adentro a esos vagones, a veces pienso que a su vez hay alguien que está haciéndo lo mismo sobre lo que me concierne o simplemente no les importa nada y cada quien esta aturdido de sus propios pensamientos, de sus propias inquietudes.


Hace algunos años durante un viaje a la Ciudad de México, tomando el metro quedé impresionada al ver una realidad urbana subterránea que caminando arriba sobre las grandes avenidas y grandes calles de la ciudad pasa inobservada, todo un otro mundo. Entonces me quedé estupefacta de la cantidad de niños y adultos (vagoneros) que recorrían los vagones del metro vendiéndo todo tipo de mercancías.

Ahora bien este año a mi regreso en la ciudad de México y volviéndo a tomar “el metro” a parte el gentío habitual que me impedía reflexiones u observaciones más agudas, noté con grande maravilla el excelente equilibrio y destreza de las mujeres mexicanas para maquillarse con maestría a pesar del traqueteo... diablos! A mi no me bastaban dos brazos y dos piernas bien plantadas en el suelo para lograr estar en pie mientras que ellas con “nonchalance” se pintaban magnificamente.

Segunda cosa que descubrí fueron “los bocineros”: es gente que vende c.d. piratas, salen en los vagones llevando consigo un viejo c.d. player,  haciéndo escuchar el último hit del momento o viejas canciones mexicanas a todo volumen, estridente... a un primero momento me sorprende como un c.d. player pueda tener la potencia de un verdadero estereo, hasta que mi hija me hace notar que en sus espaldas adentro de las mochilas traen una grande bocina que difunde los sonidos tan fuerte; la bocina, de ahí el epíteto de “bocineros”. Te hacen volverte loco con tan alto volúmen, tanto es que en estos días se ha desatado en la red una lucha contra ellos, recogen firmas para quitarlos del metro. La gente del metro aparentemente parece indiferente a todo, en realidad padece todo, en este caso la contaminación acústica no menos grave de aquella atmosférica. Seguramente me mantendré informada sobre esta acción contra “los bocineros”.




Por último, una cosa que encuentra siempre confirmación a mis regresos en México es el coquetear (por no decir "el cachondeo") de las parejas mexicanas, no solo en el metro, no importa el lugar, la edad, el horario, donde quiera que estén, ellos se besan ( y no solo!) con una pasión que es increíble, waw” a veces en manera embarazosa para mi... benditos ellos!

Y como dice Serrat: “entre el infierno y el cielo,
                                   galopando entre tinieblas
                                   de la periferia al centro
                                   del centro a la periferia,
                                   el metro.

                                   Con ojos de sueño viene
                                   cruzando la madrugada
                                   regresará a media noche
                                   con el alma fatigada
                                   el metro......................

                                   ………………………
                                   Yo sólo la veo a ella
                                   la bella
                                   la bella
                                   la bella que no me ve



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