lunedì 6 marzo 2017

Marzeggiare


Domenica, è stata una giornata tipicamente di marzo dove l'alternarsi del brutto e del bel tempo faceva marzeggiare anche l'animo. Sono uscita ugualmente a camminare verso il centro, senza una meta precisa. Appena ho lasciato casa, è iniziato un piccolo diluvio, ma io imperterrita ho continuato a camminare.
Dopo otto minuti la pioggia ha smesso, e mentre attraversavo il ponte della tranvia, in lontananza ho visto un scorcio di arcobaleno. Che fosse un segnale che qualcosa di bello stesse per arrivare?


Camminavo sul lungarno quando per motivi che non sto qui a raccontare (per non annoiarvi) sono tornata sui miei passi per far ritorno a casa.
Passando su Corso Italia, ho sentito la musica di una fisarmonica (settimana scorsa era successo la stessa cosa). Da una piccola finestra che dà proprio sul marciapiede si vedeva una figura un po' nascosta, un uomo che suonava la fisarmonica.
Questa volta mi sono soffermata, ho sbirciato un po' dall'apertura della finestra. L'uomo ha continuato a suonare facendomi un bel sorriso, poi mi ha detto: “Curiosa eh?”
A cui ho risposto “Sì, molto curiosa. La settimana scorsa non ho avuto il coraggio di fermarmi, oggi è diverso, ho l'animo ballerino come il tempo, e sentire la sua musica mi ha fatto molto piacere. Suonando un po' nascosto all'ombra, lei rallegra o immalinconisce i passanti. Lei in questo momento per me è una poesia”.
L'uomo ha suonato per me ancora qualche minuto, poi mi ha raccontato della sua passione per la fisarmonica, ne ha tante, una più bella dell'altra. Alvaro è il suo nome, fa il portiere del bel palazzo signorile. Lui è vedovo, vive con il gatto Gigì (alla francese), ci ha tenuto a precisare. Gigì è apparso quando Alvaro ha smesso di suonare, si è sdraiato sul cuscino di broccato con un' aria veramente regale. A Gigì non piace il suono della fisarmonica, s'innervosisce.
Alvaro suona la fisarmonica sull'angusta finestra nei fine settimana per non infastidire Gigì.
Alvaro, Gigì e la fisarmonica sono stati il mio l'arcobaleno di questa domenica di marzo.


Versión en español

El domingo fué un día típicamente de marzo donde el alternarse del clima hacía cambiar el humor. Salí igualmente a caminar rumbo al centro, sin una meta precisa. Apenas dejé la casa , inizió un pequeño diluvio, pero yo impertérrita continué a caminar.
Después de unos ocho minutos la lluvia cesó, y mientras atravesaba el puente de la tramvia, en la lejanía ví un fondo de arcoiris. ¿Qué fuera una señal que algo de bello estubiera por llegar?


Caminaba a lado del río Arno cuando por motivos que no estoy aquí a contar (para no aburrirlos) hice marcha para atrás para regresar a casa.
Pasando por Corso Italia, escuché la música de una acordeón (la semana pasada había sucedido igual). Desde una ventana pequeña que dá proprio sobre la banqueta se veía una figura media escondida, un hombre que tocaba el acordeón.
Esta vez me detuvé, miré de reojo en la abertura de la ventana.
El hombre continuó a sonar regalándome una deliciosa sonrisa, después me dijo: “¿Curiosa eh?”
Yo respondí “Sí, muy curiosa. La semana pasada no tuve el valor de pararme, hoy es diferente, traigo el animo bailarín como el tiempo, y escuchar su música me ha dado mucho gusto. Usted haciéndo música medio escondido en la penumbra, alegra o entristece a los peatones. Usted para mí en este momento es un poema”.



El hombre siguió tocando para mí todavía unos minutos, después me platicó de su pasión por la acordeón, tiene muchas, una más bella de la otra. Álvaro es su nombre, es el portero del edificio residencial. Es viudo, vive con el gato Gigì (a la francés), me ha querido precisar. Gigì apareció cuando Álvaro dejó de tocar, se recostó en el cojín de brocado con un aire de verdadera realeza. A Gigì no le gusta el sonido de la acordeón, lo pone nervioso.
Álvaro toca la acordeón en la estrecha ventana los fines de semana para no molestar a Gigì.
Álvaro, Gigì y la acordeón han sido mi arcoiris de este domingo de marzo.

*marzeggiare (en italiano el alternarse del clima (bello-feo) en el mes de marzo)


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