Domenica, è stata una
giornata tipicamente di marzo dove l'alternarsi del brutto e del bel
tempo faceva marzeggiare anche l'animo. Sono uscita ugualmente a
camminare verso il centro, senza una meta precisa. Appena ho lasciato
casa, è iniziato un piccolo diluvio, ma io imperterrita ho
continuato a camminare.
Dopo otto minuti la pioggia
ha smesso, e mentre attraversavo il ponte della tranvia, in
lontananza ho visto un scorcio di arcobaleno. Che fosse un segnale
che qualcosa di bello stesse per arrivare?
Camminavo sul lungarno
quando per motivi che non sto qui a raccontare (per non annoiarvi)
sono tornata sui miei passi per far ritorno a casa.
Passando su Corso Italia,
ho sentito la musica di una fisarmonica (settimana scorsa era
successo la stessa cosa). Da una piccola finestra che dà proprio sul
marciapiede si vedeva una figura un po' nascosta, un uomo che suonava
la fisarmonica.
Questa volta mi sono
soffermata, ho sbirciato un po' dall'apertura della finestra. L'uomo
ha continuato a suonare facendomi un bel sorriso, poi mi ha detto:
“Curiosa eh?”
A cui ho risposto “Sì,
molto curiosa. La settimana scorsa non ho avuto il coraggio di
fermarmi, oggi è diverso, ho l'animo ballerino come il tempo, e
sentire la sua musica mi ha fatto molto piacere. Suonando un po'
nascosto all'ombra, lei rallegra o immalinconisce i passanti. Lei in
questo momento per me è una poesia”.
L'uomo ha suonato per me
ancora qualche minuto, poi mi ha raccontato della sua passione per la
fisarmonica, ne ha tante, una più bella dell'altra. Alvaro è il
suo nome, fa il portiere del bel palazzo signorile. Lui è vedovo,
vive con il gatto Gigì (alla francese), ci ha tenuto a precisare.
Gigì è apparso quando Alvaro ha smesso di suonare, si è sdraiato
sul cuscino di broccato con un' aria veramente regale. A Gigì non
piace il suono della fisarmonica, s'innervosisce.
Alvaro suona la
fisarmonica sull'angusta finestra nei fine settimana per non
infastidire Gigì.
Alvaro, Gigì e la
fisarmonica sono stati il mio l'arcobaleno di questa domenica di
marzo.
Versión
en español
El domingo fué un día
típicamente
de marzo donde el alternarse del clima hacía
cambiar el humor. Salí
igualmente a caminar rumbo al centro, sin una meta precisa. Apenas
dejé la casa , inizió
un pequeño
diluvio, pero yo impertérrita continué a caminar.
Después de unos ocho minutos
la lluvia cesó,
y mientras atravesaba el puente de la tramvia, en la lejanía
ví
un fondo de arcoiris. ¿Qué
fuera una señal
que algo de bello estubiera por llegar?
Caminaba a lado del río
Arno cuando por motivos que no estoy aquí
a contar (para no aburrirlos) hice marcha para atrás
para regresar a casa.
Pasando por Corso Italia,
escuché la música
de una acordeón
(la semana pasada había
sucedido igual). Desde una ventana pequeña
que dá
proprio sobre la banqueta se veía
una figura media escondida, un hombre que tocaba el acordeón.
Esta vez me detuvé, miré
de reojo en la abertura de la ventana.
El hombre continuó
a sonar regalándome
una deliciosa sonrisa, después me dijo: “¿Curiosa
eh?”
Yo respondí
“Sí,
muy curiosa. La semana pasada no tuve el valor de pararme, hoy es
diferente, traigo el animo bailarín
como el tiempo, y escuchar su música
me ha dado mucho gusto. Usted haciéndo música
medio escondido en la penumbra, alegra o entristece a los peatones.
Usted para mí en este momento es un poema”.
El hombre siguió
tocando para mí
todavía
unos minutos, después me platicó
de su pasión
por la acordeón,
tiene muchas, una más
bella de la otra. Álvaro
es su nombre, es el portero del edificio residencial. Es viudo, vive
con el gato Gigì (a la francés), me ha querido precisar. Gigì
apareció
cuando Álvaro
dejó
de tocar, se recostó
en el cojín
de brocado con un aire de verdadera realeza. A Gigì no le gusta el
sonido de la acordeón,
lo pone nervioso.
Álvaro
toca la acordeón
en la estrecha ventana los fines de semana para no molestar a Gigì.
Álvaro,
Gigì y la acordeón
han sido mi arcoiris de este domingo de marzo.
*marzeggiare (en italiano
el alternarse del clima (bello-feo) en el mes de marzo)
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