lunedì 29 dicembre 2014

Il natale si veste d’arancio-Il polpettone delle feste-La navidad se colora de naranja-El polpettone de la fiesta



Ingredienti

500g di carne macinata (manzo, maiale o mista)
100g de parmigiano grattugiato
100g di pancetta a pezzettini
1 uovo
burro q.b.
1 manciata d’uvetta
1 manciata di pinoli (facoltativo)
sale&pepe
noce moscata
latte q.b.
2 arance
1 bicchiere di brandy o marsala
acqua
zucchero
4 fette di pane raffermo


Preparazione

Iniziare caramellando le fette d’arancia che serviranno per decorare il piatto. Affettare l’arancia e mettere le fette in un tegame con acqua e zucchero con la stessa quantità, far bollire fino a consumare il liquido e le fette d’arancia saranno pronte, farle raffreddare su un foglio di carta da forno.
Mettere a bagno la mollica del pane nel latte , impastare con le mani in una ciottola la carne, il parmigiano, la pancetta, l’uovo, l’uvetta, i pinoli, sale, pepe, noce moscata, la buccia d’arancia, il pane strizzato e un filo d’olio. Formare il polpettone e in una casseruola con un po’ di burro e olio sigillare la carne, sfumare con il brandy, aggiungere il succo di una arancia, coprire e far cuocere per un ora a fuoco baso. Servire tiepido, con un pure di patate o cavolini di Bruxelles.




 Versión en español

Ingredientes


500 g de carne molida (res, puerco o mixta)
100g de queso parmesano molido
100g de tocino en cuadritos
1 huevo
mantequilla q.b.
un puño de pasitas
un puño de piñones (facultativo)
sal&pimienta
nuez moscada
leche q.b.
2 naranjas
1 vaso de brandy o jerez
agua
azúcar
4 rebanadas de pan de caja

Preparación

Iniciar caramelando las rebanadas de naranja que servirán para decorar el plato.
Cortar en tajadas la naranja y ponerlas en un sartén con la misma cantidad de agua y de azúcar, cocer hasta consumir el líquido, una vez listas ponerlas a enfriar sobre una hoja de papel encerado y reservar.
Poner el pan a remojar en la leche, amasar con las manos en un bowl la carne, el parmesano, el tocino, el huevo, las pasitas, los piñones, sal, pimienta, nuez moscada, la ralladura de naranja, el pan exprimido de la leche y un chorrito de aceite. Dar la forma al polpettone y en una cacerola con tantita mantequilla y aceite de oliva sellar bien la carne, esfumar con el brandy, agregar el jugo de naranja, cubrir y cocer a fuego lento por una hora. Servir tibio con su gravy con un puré de papas o coles de Bruselas.



Vol-au-vent agrodolci


Ingredienti


vol-au-vent
confettura di albicocche o pesche
formaggio brie
mandorle tostate

Preparazione

Tostare le fettine di mandorle in un tegame senza olio e mettere da parte.
Riempire i vol-au-vent con la confettura, aggiungere un po’ di formaggio brie e mettere in forno a 180° per 5-7 minuti che si sciolga il brie. Una volta sul piatto mettere sopra il formaggio una o due fettine di mandorle, portare a tavola caldi.


Versión en español

Volovanes agridulces

Ingredientes

volovanes
mermelada de durazno o albaricoque
ueso brie
almendras tostadas

Preparación

Tostar las lajitas de almendras en un sartén sin aceite y reservar. Llenar los volovanes con la mermelada y un cuadrito de queso brie, ponerlos en el horno a 180° por 5-7 minutos a que el queso se derrita, una vez listos ponerles sobre el brie unas dos lajitas de almendras, llevar a la mesa calientes.



I baby panettoni salati

Si trovano già pronti in tutti i supermercati, voi dovete solo divertirvi a farcirli, io ho usato affettati misti, formaggio gouda, scamorza, melanzane grigliate, pomodori. Decorare con qualche oliva o con roselline di con la buccia del pomodoro o con qualche fettina di salame. Buon appetito!


Los baby-panettoni salados

Los encuentran ya listos en todos los supermercados, (en su falta pueden usar pan de caja), ustedes deben solo divertirse a rellenarlos, yo usé embutidos como jamón serrano, salami, mortadella, queso gouda, queso manchego, berenjenas, tomate. Decorar con alguna aceituna o con pequeñas rosas hechas con la piel de los tomates o con una rebanadita de salami. Buon appetito!   





venerdì 26 dicembre 2014

La cena della vigilia di Natale - La cena de la vigilia de Navidad



La sera del 24 di dicembre ho fatto un menù un po’ diverso del solito, porzioni meno abbondanti pensando a non appesantirci troppo visto l’arrivo imminente del grande pranzo del 25 insieme a tutta la famiglia. Come antipasto ho preparato delle palline di formaggio di capra ricoperte con un muesli di pistacchi e mirtilli  e mini spiedini di prugne californiane ripiene di gorgonzola e avvolte con il bacon o speck.
Come primo una delicata vellutata di lenticchie in crosta, ricetta presa da Giallo Zafferano con piccola modifica. Questa crema è ottima anche la sera di Capodanno che come si sa è tradizione mangiare le lenticchie perché sono benauguranti.
Come secondo ho cucinato i tournedos alla Rossini (ricetta che troverete nel blog nella sezione carni) accompagnati dalle patate duchesse, (anche esse nel blog) e qualche striscia di peperone rosso sotto olio. Dopo per pulirsi la bocca una insalata di finocchi crudi e arance. Per finire monoporzione di tiramisù. Il tutto accompagnato di un buon vino rosso.

Palline di formaggio caprino

2 formaggi di capra
un pugno di pistacchi
un pugno di mirtilli rossi secchi

Tritare grossolanamente i pistacchi e i  mirtilli, fare delle palline di formaggio e passarle nel muesli e sistemarli dentro a pirottini di carta e tenere in frigo fino al momento di servire insieme a qualche cracker.

Prugne al bacon

prugne snocciolate
gorgonzola piccante
speck o bacon

Mettere un pezzettino di gorgonzola dentro la prugna, avvolgerla con lo speck, metterle in forno caldo a 180° per 5-7 minuti, poi sistemarle con degli stecchini a maniera di formare un mini spiedino.


Vellutata di lenticchie in crosta


Ingredienti per 4 persone

1 foglia d’alloro
brodo vegetale q.b.
30g di burro
1 carota piccola
mezza cipolla
4 fettine di bacon
125g di lenticchie
2 cucchiai di olio d’oliva
1 rotolo di pasta sfoglia
sale & pepe q.b.
1 costa di sedano
2 rametti di timo
1 uovo

Preparazione

Mondate e tritate finemente la cipolla, la carota e il sedano e fateli appassire a fuoco lento per almeno 10 minuti nell’olio e nel burro. Aggiungete le lenticchie, mescolate, unite l’alloro, le foglioline di timo fresco e coprite il tutto con il brodo vegetale. Fate lessare le lenticchie fino a che diventeranno tenere,aggiungendo brodo quando serve, quindi salate e pepate. Una volta cotte, eliminate la foglia d’alloro. Nel frattempo, tagliate le fettine di bacon a quadretti e fatele dorare in una padella antiaderente senza grassi aggiunti fino  farli diventare croccanti e mettere da parte. Una volta cotte, frullate le lenticchie fino a ottenere una crema fine. Se vi sembra troppo densa aggiungete del brodo vegetale. Versatela in 4 cocotte piccole e aggiungete in ognuna il bacon sbriciolato. Ritagliate con un coppa pasta dei cerchi di pasta sfoglia del diametro di 1 cm più largo di quello delle cocotte. Inumidite il bordo delle cocotte con dell’acqua e rivestitele con il cerchio di pasta sfoglia sigillando bene i bordi. Spennellate la pasta sfoglia con l’uovo sbattuto e infornate a 200° per 15 minuti, finché la sfoglia non sarà gonfia e dorata! La vellutata di lenticchie in crosta è pronta, servitela calda.









Tournedos alla Rossini e patate duchesse nel blog.



Insalata di arance e finocchi

Ingredienti

4 arance
2 finocchi
1 cipolla (facoltativa)
4 datteri
succo di ½ limone e ½ arancia
sale&pepe nero

Preparazione

Sbucciare le arance ed eliminare ogni traccia di scorza. Spellare gli spicchi e tagliarli in due per il lungo, raccogliendo il succo che produce. Lavare e affettare finemente i due finocchi e accantonare i ciuffetti verdi più freschi. Denocciolare i datteri e tagliare a listelli lunghi la polpa. Se si usa, affettare finemente la cipolla, mettere le fette in una tazza e coprire con acqua fredda.
Mescolare il succo d’arancia con il succo di limone e insaporire con il sale. Scolare e asciugare le fettine di cipolla. Su un piatto basso molto grande o su 4 piatti individuali, distribuire prima le fette di arancia, poi la cipolla, sopra il finocchio e, per decorazione, i listelli di dattero.
Condire con la salsa preparata, cospargere con abbondante pepe nero macinato al momento e i ciuffetti tritati dei finocchi.   



Versión en español

La noche del 24 de diciembre hice un menú inusual: porciones menos abundantes pensando en no sobrecargarnos demasiado en vista de la llegada inminente de la grande y copiosa comida del 25 junto a toda la familia. Como entrada preparé unas bolitas de queso de cabra recubiertas de una granola de pistaches y arándaros y mini brochetas de ciruelas californianas rellenas de queso gorgonzola picante envueltas en tocino ahumado. Como primo una delicada crema de lentejas en crosta de holjaldre. Esta crema es óptima también para la cena del 31, que como sabemos comer lentejas es de buen auspicio. Como segundo cociné unos Tournedos a la Rossini (receta en el blog en la sección carne) acompañados con papas duchesse (receta en el blog) y algunas tiritas de pimientos morrón. Después para limpiarse la boca una ensalda de hinojos crudos y naránja. Para terminar monoporciones de tiramisú. Todo esto acompañado de un buen vino tinto.




Bolitas de queso caprino

queso caprino
un puño de pistaches
un puño de arándaros

Picar en manera poco fino los pistaches y los arándaros, formar con las manos una bolitas de queso y pasarlas en la granola y ponerlas en moldes de papel y tenerlas en el refrigerador hasta el momento de servir junto a galletas.

Ciruelas con tocino

ciruelas californianas sin huesos
tocino ahumado
queso gorgonozola o cualquier queso azúl

Poner un pedacito de queso dentro la ciruela y envolver con una rebanadita de tocino, poner en el horno caliente a 180° por 5-7 minutos y después colocarlas en un palillo creando mini brochetas.


Crema de lentejas en costra


Ingredientes para 4 personas

1 hoja de laurel
2 ramitos de timo
1 zanahoria pequeña
½ cebolla
1 ramo de apio
4 rebanadas de tocino
125g de lentejas
30g de mantequilla
2 cucharadas de aceite de oliva
1 huevo
sal&pimienta al gusto
1 rollo de masa de hojaldre

Preparación

Lavar y picar finito la cebolla, la zanahoria y el apio y hacerlos marchitar a fuego lento por al menos unos 10 minutos en el aceite de oliva y la mantequilla. Agregar las lentejas, mezclar, unir el laurel, las hojitas del timo y cubrir todo con el caldo vegetal. Cocer las lentejas hasta que estén suaves, agregando caldo cuando sirva, salar y pepar. Una vez cocidas las lentejas, quitar la hoja de laurel. Mientras cortar finito el tocino y hacerlo dorar sin añadir grasas hasta que quede crocante y reservar. Una vez cocidas las lentejas moler en la licuadora hasta obtener una crema suave. Si se les hace muy densa agregar más caldo. Versarla en 4 “cocotte” (ramekín o moldes individuales de porcelana), agregar a cada una el tocino crujiente. Cortar unos aros de masa de holjaldre del diámetro de 1 cm más largo de aquel de las “cocotte”. Enhumedecer los bordes de los moldes con agua y revestirlas con el aro de masa de holjaldre sigilando muy bien los bordes. Barnizar la masa con el huevo  batido y poner en el horno a 200° por 15 minutos, hasta que la masa de holjaldre se infle y se dore. La crema de lentejas en costra está lista, servir calientita!






Tournedos alla Rossini e patate duchesse nel blog.





Ensalda de naranjas e hinojos

Ingredientes

4 naranjas
2 hinojos
1 cebolla (facultativa)
4 dátiles
jugo de ½ limón y de ½ naranja
sal y pimienta negra  

Pelar las naranjas y eliminar totalmente la cáscara. Pelar los gajos y cortarlos en dos por lo largo, recogiendo el jugo que producen. Lavar y rebanar finamente los dos hinojos y mantener a un lado unos pocos mechones de color verde. Desosar los dátiles y cortar en listones largos la pulpa. Si lo deseas, cortar en rebanadas finas la cebolla, poner las rebanadas en una taza y cubrirlas con agua fría. Mezclar el zumo de naranja con el jugo de limón y saborizar con la sal. Escurrir y secar las rebanadas de cebolla. En un plato plano muy grande o en 4 platos individuales, distribuir primero las rebanadas de naranja, luego la cebolla, arriba el hinojo y, como decoración, los listones de dátil. Condimentar con la salsa preparada, al momento de servir esparcir con abundante pimienta negra en polvo y con los mechones triturados de los hinojos.




  


   





sabato 20 dicembre 2014

Il formaggio - El queso



Il formaggio, da sempre, è uno degli alimenti che più mi piacciono. Tutti tipi senza esclusione; quelli a pasta molla, a pasta filata, a pasta dura, freschi o stagionati. Quelli freschi di latte vaccina mi riportano all’infanzia. Essendo una famiglia numerosa la mia, il frigo era sempre ben fornito di formaggi e ne mangiavamo tanti.
Ricordo soprattutto quello che ci vendevano i mennoniti, ottimo per fare “las quesadillas” (specie di piadine). A parte il gusto delizioso di questo formaggio, c’era qualcosa di misterioso e affascinante in chi lo produceva: “los menonitas”, gruppo di persone che abitavano nel mio Messico, ma completamente diversi in tutto da noi messicani. Arrivavano in città dalle fattorie nelle loro Pick-up, una volta alla settimana a vendere le loro merci. Erano alti, magri, di carnagione molto bianca e quasi tutti biondi. Gli uomini portavano salopette di jeans, camicie a quadri e capello di paglia, mentre le donne usavano vestiti lunghi fino a metà polpaccio, molto castigati, e portavano calzini corti con sandali. Ricordo in particolare le loro lunghe bionde trecce raccolte attorcigliate sulla testa. Gli uomini scambiavano poche parole, giusto per la vendita dei loro prodotti (formaggi, burro, latte); le donne aspettavano silenziose dentro la vettura. Appena conclusa la vendita, se ne andavano lasciando una scia di mistero, soprattutto in noi bambini che li vedevamo come se fossero degli “extraterrestri”.



Il formaggio che rimarrà nel mio cuore sicuramente è il pecorino, il re indiscusso tra i formaggi. Lo ho assaporato in età adulta, al mio arrivo in Italia. Fu una scoperta indimenticabile, le sensazioni gustative che provocò in me furono come un’orgia di sapori irrepetibili. Ripeto, ero da poco arrivata in Italia, e la verità, conoscevo poco o niente di questo paese, solo una lunga lista di luoghi comuni. Perciò ogni cosa, allora fu una vera scoperta, incominciando dalla sua cucina.

Un giorno nel lontano 1981, ero in giro con delle amiche straniere, a fare una passeggiata al parco delle Cascine. Dopo una lunga camminata all’interno del bel parco, ci venne fame, e quindi decidemmo di comprare dei panini (rosette fresche) in un barroccino che avevamo trovato nel nostro girovagare. Una delle mie amiche scelse uno con la mortadella, un’altra con il prosciutto crudo e io chiesi un panino con il formaggio pecorino, che per me era un  prodotto completamente ignoto, conoscendo al tempo solo formaggi di latte vaccina. Tutte noi provenivamo dal continente americano ed eravamo abituate a mangiare panini con maionese e “pseudo” affettati. Perciò, credetemi amici, ancora ora, quando ci penso mi viene l’acquolina in bocca. Quel primo morso fu qualcosa d’incredibile, un’esplosione di sapore che svegliò tutte le mie papille gustative, mi venne di chiudere gli occhi, di masticarlo piano piano, riuscendo a spandere tutta la pasta del formaggio nella intera cavità bucale. Mangiai quel panino lentamente, assaporandolo come qualcosa d’unico e pregiato, intervallando la degustazione con qualche sorso di vino rosso, in quel momento scoprì la Toscana e me ne innamorai.



Più avanti fu la scoperta del formaggio gorgonzola nella pizza ai quattro formaggi, e d’allora divenne il principe dei miei formaggi. Prima conoscevo solamente la versione francese: il roquefort o formaggio blu, piacevole ma un pochino troppo forte per i miei gusti. Niente a che vedere con la delicatezza e la cremosità del gorgonzola. Ora ne faccio molto uso in cucina, preparando ottimi risotti e salse per la polenta o per la pasta.

Con il passare del tempo la lista dei formaggi che mi piacciono si è allungata, e quasi tutti sono legati a qualche ricordo, a qualche momento dei miei primi anni in Italia. Come non ricordare il viaggio a Napoli e la deliziosa mozzarella di bufala sulla pizza. Io credo, purtroppo, che è “il formaggio più conosciuto e sconosciuto all’estero”, viaggiando fuori d’Italia ho comprovato che è il più contraffatto: tutti mangiano una mozzarella finta, praticamente di plastica, che addirittura si può tagliare a fette con la macchina affettatrice. Un vero orrore! Niente a che vedere con la pasta filata che al tagliarla si sfalda, sgocciolando lacrime di latte.

E poi il dolce della domenica, fatto con il formaggio cremoso; il mascarpone. È l’ingrediente fondamentale per preparare una delle delizie della pasticceria italiana: il tiramisù, il dessert che mette d’accordo tutta la famiglia.

Infine, chiuderei la mia lista di formaggi con il cugino francese; il brie. Questo formaggio, “con l’anima”, come lo ha descritto la badessa benedettina Ermentrude, causò qualche episodio d’ilarità a scuola fra i compagni dei miei figli quando erano bambini. Ogni tanto usavo preparare per loro dei panini con formaggio brie, che portavano come merenda. Siccome pronunciavo il nome del formaggio erroneamente, dicendo “brié”, loro erano abituati a chiamarlo allo stesso modo. Allora quando tutti insieme a scuola mangiavano la merenda, e veniva chiesto loro di cosa erano ripieni i loro panini, rispondevano “di brié”, e non capivano perché provocavano tanta ilarità tra i compagni.




Versión en español



El queso, desde siempre, es uno de los alimentos que más me gustan. De todos los tipos sin exclusión; aquellos a pasta dura, a pasta suave, a pasta hilada, frescos o secos. Los frescos de leche de vaca me transportan a la infancia. Siendo la mia una familia numerosa, el refrigerador estaba siempre muy bien surtido de quesos y comíamos muchos.

Recuerdo sobretodo el que vendían los menonitas, óptimo para las quesadillas. Aparte el gusto delicioso de este queso, había algo de misterioso y fascinante en quien lo producía: “los menonitas”, grupo de personas que habitaban en México, pero completamente diferentes en todo a nosotros los mexicanos. Llegaban a la ciudad desde los ranchos en sus camionetas, una vez a la semana a vender su mercancía. Eran altos, delgados, de piel muy blanca y casi todos gueros. Los hombres vestían con overoles de mezclilla, camisas de cuadros y sombreros de paja, mientras las mujeres llevaban vestidos largos hasta mitad pantorrillas, muy castigados, y usaban calcetines cortos con las sandalias. Recuerdo en particular sus largas trenzas doradas recogidas enroscadas en sus cabezas. Los hombres cruzaban pocas palabras, justo lo necesario para llevar a cabo la venta de sus productos (quesos, mantequilla, leche); las mujeres esperaban en silencio dentro del auto. Apenas terminada la venta, se íban dejando una estela de misterio, sobretodo en nosotros niños que los veíamos como si fueran “extraterrestres”.



El queso que quedará en mi corazón como el preferido es seguramente el pecorino, rey indiscutible entre los quesos. Lo probé en edad adulta, a mi llegada en Italia. Fué un descubrimiento inolvidable, las sensaciones gustativas que provocó en mí fueron como una orgía de sabores irrepetible. Repito, tenía poco de haber llegado a Italia, y la verdad, sabía poco o nada de este pais, sólo una larga lista de lugares comunes. Por eso cada cosa, entonces fué un verdadero descubrimiento, empezando de su cocina.

Un día en el lejano 1981, paseando con unas amigas extranjeras como yo, en el parque  Le Cascine, depués de una larga caminata en el interior del parque, nos dió hambre, y entonces decidimos comprar unas tortas en un carretón que encontramos en nuestro vagabundear. Una de mis amigas escogió una con mortadela, la otra con jamón serrano y yo pedí una con queso pecorino (con leche de oveja), que para mí era un alimento ignoto, conociéndo entonces sólo quesos con leche de vaca. Todas nosotras proveníamos del continente americano y estabamos acostumbradas a comer tortas o sandwiches con mayonesa y “ciertos encurtidos”. Por eso créanme amigos, que todavía, cuando lo recuerdo se me hace agua la boca. La primera mordida fue algo increible, una explosión de sabor que despertó todas mis papilas gustativas, cerré los ojos, mastiqué lentamente, logrando extender toda la pasta del queso en la entera cavidad bucal. Comí esa torta despacito, saboreandola como algo de único y precioso, intercalando la degustación con sorbos de vino tinto, en ese momento descubrí la toscana y me enamoré.



Más adelante descubrí el queso gorgonzola en la pizza de cuatro quesos, desde entonces se volvió el príncipe de mis quesos favoritos. Anteriormente conocía solamente la versión francesa: el roquefort o queso azúl, agradable pero un poquito fuerte para mis gustos. Nada que ver con la delicadeza y cremosidad del gorgonzola. Ahora hago mucho uso de este queso en la cocina, preparando ricos risotti y salsas para la polenta y la pasta.




Con el pasar del tiempo la lista de mis quesos favoritos se ha alargado, y casi todos están atados a algún recuerdo, a algún momento de mis primeros años en Italia. Cómo no recordar el viaje a Napoles y la deliciosa mozzarella con leche de búfala en la pizza. Yo creo, desgraciadamente, que es “el queso más conocido y desconocido en el mundo”, viajando fuera de Italia he comprobado que es el más falso: todos comen una especie de mozzarella finta, prácticamente de plástica, incluso la cortan en rebanadas con la máquina rebanadora. Un verdadero horror! Nada que ver con la pasta filada que al cortarla se deshilacha, derramando lágrimas de leche.


Y después el postre del domingo, hecho con el queso cremoso; el mascarpone. Es el ingrediente fundamental para preparar una de las delicias de la reposteria italiana: el tiramisù, el dulce que pone de acuerdo toda la familia.





En fin, concluyo mi lista de quesos con el pariente francés; el brie. Este queso, “con alma”, como lo describió la abadesa benedictina Ermentrudis, causó algún episodio de hilaridad en la escuela entre los compañeros de mis hijos cuando eran niños. De vez en cuando les preparaba unos emparedados con el queso brie, que llevaban como merienda. Dado que yo pronunciaba el nombre del queso erróneamente, diciéndo “brié”, ellos también estaban acostumbrados a llamarlo en el mismo modo. Entonces cuando todos juntos en la escuela comían la merienda, y les preguntaban de qué cosa estaban hechos sus emparedados, respondían “de brié”, y no comprendían el porqué provocaban  tanta risa entre sus compañeros.  








mercoledì 17 dicembre 2014

Il mio orecchino di perla - Mi arete de perla



Ognuno ha il suo orecchino di perla.

La bellezza del dipinto di Jan Vermeer; La ragazza con l’orecchino di perla o Ragazza col turbante, ha volte sopranominato la Mona Lisa olandese, ha succitato nel mondo tante diverse versioni, per esempio: dipinti creativi, il film di Peter Webber, il romanzo di Tracy Chevalier, la canzone di Battiato, etc.
Credo che ognuno di noi a un suo orecchino di perla, qui vi lascio il mio, insieme ad alcune curiosità che ho trovato nella rete.

Il mio orecchino di perla

Aveva trascorso la notte nella tenda, in quel deserto, dove si sentiva solo il forte respiro del cammello, che l’aveva trasportata sul dorso per giorni interi. Certo, aveva avuto una grande resistenza a sopportare il caldo e il puzzo di quella bestia! Il suo senso di sopportazione era al limite, fra qualche ora, di mattina, finalmente sarebbe arrivato al porto il piroscafo che la avrebbe riportata a casa.

Era vestita con sobrietà, in mano portava una piccola valigia con il necessario, i suoi cappelli raccolti sulla nuca formavano una grossa ragnatela, da giorni che non vedevano l’acqua!

Finalmente al mattino, ecco arrivare la nave, lei salì sopra con passi decisi, si butto in una brandina che le parse il paradiso, dopo tutti quei giorni che aveva dormito nel sacco a pelo. Chiuse gli occhi, si massaggiò il collo indolenzito, sfiorò il lobo dell’orecchio nudo e inevitabilmente apparse l’immagine di lui, come se fosse stato nascosto dietro ad un viottolo. Lui, e quel bacio rubato, strappato con veemenza, le sue braccia che l’avevano avvolta come dentro a un bozzolo di seta, lei, prigioniera della passione. Quel tira e molla fra di loro, e il suo orecchino di perla che cade, rotola in terra, e nel buio scompare…. 



opera realizzata con nastri colorati (artista giaponesse)




Versión en español

Cada uno tiene su arete de perla

La belleza de la pintura de Jan Vermeer; La joven de la perla o Muchacha con turbante, a veces llamado la Mona Lisa holandesa, ha sucitado en el mundo diferentes versiones, por ejemplo: pinturas creativas, la película de Peter Webber, la novela de Tracy Chevalier, la canción de Battiato, etc.
Creo que cada uno de nosotros tenemos nuestro arete de perla, aquí les dejo el mio, junto a algunas curiosidades que encontré en la red.
   

Mi arete de perla

Había pasado la noche en la tienda de campaña, en ese desierto, donde se escuchaba solamente el fuerte respiro del camello, que la había transportado en sus espaldas durante largos días. Cierto, había tenido una grande resistencia a soportar el calor y el hedor de esa bestia! Su sentido de soportación era al límite, dentro de pocas horas, en la mañana, finalmente llegaría al puerto el piróscafo que la regresaría a casa.

Estaba vestida con sobriedad, en la mano llevaba una pequeña maleta con lo indispensable, sus cabellos recogidos en la nuca formaban una gruesa telaraña, eran tantos días que no tocaban el agua!

Finalmente llegó la mañana, vió aparecer la nave, subió a bordo con pasos decididos, se aventó en un catre que le pareció el paraíso, después de todos esos días durmiendo en el saco de dormir. Cerró los ojos, se masajeó el cuello adolorido, rozó el lóbulo de su oreja desnuda e inevitablemente apareció la imágen de el, como si hubiera estado escondido detrás de un sendero. El, y ese beso robado, arrancado con vehemencia, sus brazos que la habían evuelta como dentro a un capullo de seda, ella, prisionera de la pasión. Ese jaloneo entre ellos, y su arete de perla que cae, rueda en el suelo, y en la oscuridad desaparece.....




 https://www.youtube.com/watch?v=9MB99alPaig