giovedì 24 ottobre 2019

Polpettine vegane di lenticchie in umido – Albóndigas veganas de lentejas en salsa de tomate.



Un'altra sfiziosa ricetta vegana che piacerà a grandi e piccini, gustosa e nutritiva.

Ingredienti

250g lenticchie cotte (circa 100g crude)
500ml passata di pomodoro
50g amido di mais
50g di pane grattugiato
100g di farina
1 cucchiaio di tahina
1 spicchio d'aglio
1 scalogno o ½ cipolla
3 foglie d'alloro
sale
olio d'oliva
olio di semi

Preparazione

Una volta cotte le lenticchie, mette nel mixer con uno spicchio d'aglio e una presa di sale e frulla. In un recipiente mette l'impasto, aggiunge la tahina, l'amido di mais, la farina, il pane grattugiato, amalgama gli ingredienti e se è necessario versa un pochino d'acqua. Mescola bene, fa un composto compatto e con le mai fa le polpettine.
In un tegame fa un soffritto con la cipolla, poi mette la passata di pomodoro, sale e le foglie d'alloro e cuoce per 15 minuti. In un altra padella soffrigge le polpettine in olio di semi, scola e aggiungi le polpettine nel sugo e cuoce per altri 10 minuti a fuoco basso. Portare a tavola fumanti. Sono deliziose!



Versión en español


Otra receta vegana exquisita que gustará a grandes y chicos, buena y nutriente.

Ingredientes

250g de lentejas cocidas (cerca de 100g crudas)
500ml de salsa de tomate
50g de maizena
100g de harina
50g de pan molido
1 cucharada de tahina
1 diente de ajo
½ cebolla
3 hojas de laurel
sal
aceite de oliva
aceite de semilla

Preparación

Una vez cocidas las lentejas, pon en el mixer con 1 diente de ajo y un pellizco de sal y muele. En un recipiente pon el puré de lentejas, agrega la maizena, la harina, el pan molido, la tahina, mezcla todo bien, haz un compuesto compacto y con las manos haz las albóndigas. En un sartén con aceite de oliva dora la cebolla, agrega la salsa de tomate, la sal y las hojas de laurel, coce por 15 minutos. En otro sartén en aceite de semilla dora las albóndigas, escurre y agrega a la salsa de tomate y coce por otros 10 minutos a lumbre baja. Llevar a la mesa humeante. ¡Son deliciosas !













sabato 19 ottobre 2019

Pasta con pesto di cavolo nero – Pasta con pesto de col rizada




Siamo nel periodo del cavolo nero Toscano, verdura che possiamo cucinare in mille modi. Qui vi presento un semplice pesto senza formaggio che vi assicuro non vi deluderà.

Ingredienti

foglie di cavolo nero senza costola (un mazzo)
una costola di sedano
uno spicchio d'aglio (opzionale)
pinoli circa 40g
olio evo o girasole qb
sale
acqua di cottura
una manciata di uvetta

Preparazione

Lava e cuoce per pochi minuti le foglie del cavolo senza la costola. Metti da parte un po' d'acqua di cottura che potrà servire per allungare il pesto al momento di condire.
Frulla il cavolo con il sedano, l'aglio, i pinoli, il sale e l'olio, aggiungendo acqua di cottura se è necessario. Mentre cuoce la pasta ammolla l'uvetta in acqua tiepida. Scola la pasta, condisci con il pesto e per ultimo aggiungi l'uvetta sgocciolata. Gustosissimo questo pesto!
(E per chi non può rinunciare al formaggio può sempre spolverare un po' di parmigiano nel suo piatto) .



Versión en español

Inicia la temporada de la col rizada Toscana, verdura que podemos prepara en mil modos. Aquí les dejo la receta de un sencillo pesto sin queso y les aseguro que les encantará.

Ingredientes

un manojo de col rizado sin la costilla
una costilla de apio
40g de piñones
1 diente de ajo (opcional)
aceite de oliva
sal
un puño de pasitas
agua de cocción

Preparación

Lava y coce por pocos minutos el manojo de col rizada. Conserva un poco del agua de cocción que te podrá ser útil al momento de condimentar la pasta. Muele la col con el apio, el ajo, los piñones, sal, el aciete de oliva agregando agua de cocción si es necesario. Mientras coce la pasta remoja las pasitas en agua tibia. Escurre la pasta y condimenta con el pesto, por último agrega las pasitas escurridas y lleva a la mesa. (Y quien no puede renunciar al queso parmesano pueden siempre agregarlo en su plato!)



Insalatina di spinacino con dressing di lamponi – Ensalada de espinacas baby con aderezo de frambuesas.




Ho partecipato a un corso di cucina vegana e fra le tante cose che abbiamo preparato c'è questa deliziosa insalata, ricetta della Martinaverde, chef e blogger fiorentina. Come promesso qui vi lascio la ricetta. Non ci sono misure precise, questa insalata va fatta “a occhio” come un tempo facevano le nostre nonne, perciò regolatevi per conto vostro.

Ingredienti

foglie di spinacino
mandorle (tostate, salate e in scaglie)
lamponi (una manciata)
sale
pepe
olio evo
succo di limone (basta anche mezzo limone)

Preparazione

Lava e asciuga con cura le foglie di spinacino. Taglia al coltello le mandorle e tostale a piacimento, o nel tegamino di coccio sul fuoco mescolando continuamente, o in forno sulla placa. Prepara il dressing unendo una manciata di lamponi (lascia 4-5 da parte) ad una tazzina di olio evo (circa 2-3 cucchiai), il sale e il pepe. Frulla e filtra per togliere gli eventuali semini rimasti. Condisci con cura. Aggiungere le mandorle tostate sopra, ed è pronto!




Versión en español


Participé a un curso de cocina vegana y entre las tantas cosas que preparamos hicimos esta deliciosa ensalada, receta de la Martinaverde, chef y blogger florentina. Como les había prometido aquí les dejo la receta. No hay medidas exactas, esta ensalada la hacen “ a ojo” como decían nuestras abuelas, por lo tanto calculen ustedes a su gusto.

Ingredientes

hojas de espinacas baby
almendras tostadas,saladas en lajitas
un puño de frambuesas
sal
pimienta
aceite de oliva
jugo de medio limón

Preparación

Lava y seca con atención las hojas de espinacas. Tuesta las lajitas de almendras en un sartén o en el horno por pocos minutos siempre moviéndolas. Prepara el aderezo uniendo los lampones (reserva 4-5) con unas 2-3 cucharadas de aceite de oliva, la sal y la pimienta. Muele todo en la licuadora y filtra si quedaran semillitas. Condimenta con atención. Agrega las lajitas de almendra tostadas, y los lampones enteros y ya está lista!





venerdì 18 ottobre 2019

Lo strüdel vegano di pasta matta.


La pasta matta è una invenzione della Martinaverde chef vegana fiorentina. Da lei ho imparato a fare la versione di pasta salata e dolce. È una pasta fatta con pochi ingredienti molto maneggevole con farina di farro (no integrale).
L'altra sera mettendo ordine nella mia cucina ho notato che avevo diverse cose incominciati, un pugno d'uvetta, di pinoli, qualche mela un po' andata e allora mi è venuto in mente la pasta matta e mi sono messa a fare lo strüdel di mela vegano ottenendo un ottimo risultato.

Qui la ricetta:

Ingredienti per la pasta matta
200gr di farina di farro e un pugno per lavorarla
50gr di olio di riso
60-70gr di acqua
40gr di zucchero di canna

Ingredienti per il ripieno
3 mele mature
un pugno d'uvetta ammollato nel rum o vin santo
30gr di pinoli tostati
la buccia d'un limone grattugiato
un pizzico di cannella
un pugno di pane grattugiato tostato

Preparazione

In un boul mette la farina di farro e lo zucchero, poi aggiungi l'olio di riso, l'acqua un po' alla volta, lavora con le mani fino a farla diventare morbida ma non appiccicosa, copre e mette da parte.
Per fare il ripieno bisogna prima tostare i pinoli e fare raffreddare. Sbuccia le mele e taglia in fette sottili, aggiunge la buccia del limone grattugiata, la cannella, l'uvetta ammollata nel rum e sgocciolata e i pinoli, lascia riposare. Nel frattempo nello stesso tegame dove hai tostato i pinoli, tosta il pane grattugiato. Poi stende la pasta matta dolce su un foglio di carta da forno leggermente infarinato a formare un rettangolo, poi mette appena appena un goccino d'olio e con le mani stende su tutta la pasta, spolvera tutto con il pane grattugiato, poi prende il ripieno di mele e stendilo nel mezzo, dopodiché inizia a rotolare la pasta aiutandoti con la stessa carta forno. Sigilla bene tutto con l'aiuto d'un po' di acqua, per no fare uscire il ripieno al momento della cottura. Per ultimo unge leggermente il rotolo di pasta e mette in forno ventilato a 180° per 30 minuti. Una volta pronto spolvera con zucchero a velo, serve tiepido con una pallina di gelato vegano o così solo. Buonissimo!

 



Versión en español

La masa loca es una invención de Martinaverde chef vegana florentina. Con ella he aprendido a hacer la masa loca salada y dulce. Es una masa con pocos ingredientes muy manejable con harina de espelta (no integral).
El otro día poniéndo orden en mi cocina me dí cuenta que tenía muchas cosas comenzadas, un puño de pasitas, de piñones, algunas manzanas tristonas y se me vino la idea de hacer el strüdel de manzana vegano (normalmente lleva mucha mantequilla), y resultó muy bueno, un poquito menos húmedo pero como sabor delicioso.

Aquí la receta:

Ingredientes para la masa loca
200g de harina de espelta
50g de aceite de arroz o girasol
60-70g de agua
40g de azúcar mascobado

Ingredientes para el relleno
3 manzanas maduras
un puño de pasitas remojadas en el ron o vino dulce
ralladura de un limón
un pellizco de canela
30g de piñones tostados
un puño de pan molido tostado

Preparación

En un boul pon la harina de espalto con el azúcar, después agrega el aceite, el agua un poquito a la vez, trabaja con las manos hasta formar una masa suave pero no pegajosa, cubre y reserva.
Para hacer el relleno necesitas primero tostar los piñones en un sartén y reservar. Pelar las manzanas y cortar en rebanadas finas, agregar la ralladura del limón, la canela, las pasitas escurridas, y los piñones y dejar reposar. Mientras en el msimo sartén donde tostate los piñones tuesta el pan molido y reserva. Después extiende la masa loca sobre papel de horno formando un rectángulo, pon apenas unas gotas de aceite de oliva y unta con las manos, distribuye en todo el rectángulo de masa el pan molido tostado, por último pon todo el relleno de manzanas en el medio y ayudate con el papel del horno y envuelve, sella bien todo para que no se salga nada del relleno mientras coce. Pon en el horno a 180° por 30 minutos. Una vez listo, ponle azúcar glass, comer tibio con una bolita de nieve vegana o sencillamente asì solo, con una copita de vino dulce o porto. ¡Delicioso!






giovedì 26 settembre 2019

Y te llaman niño - E ti chiamano bambino - Oaxaca 2019

Siquerios

Vienes del pueblo
con tu carga en la espalda.
No es la mochila
con la ropa deportiva,
no vas a jugar a pelota
aunque si tu piel
grita de sol.

Llegas a la ciudad temprano
para encontrar un buen lugar.
En tu pedacito de asfalto,
extiendes la mercancía
que vendes.

Con atención acomodas
lápices de colores y hojas blancas
en espera que alguien
se ponga en posa
y que tus manos pequeñas
con mirada de hombre
pinten un retrato.

Hay que apagar las emociones
para no morir de verguenza
cruzando tu mirada.



Versione in italiano

Vieni dalla campagna
col tuo carico sulle spalle.
Non è il borsone
con gli indumenti sportivi,
non vai a giocare a pallone
anche se la tua carnagione
stride di sole.

Arrivi in città la mattina,
per trovare il posto giusto.
Sul tuo pezzettino d'asfalto,
stendi la merce in vendita.
Con cura sistemi matite e fogli bianchi,
in attesa che qualcuno
si metta in posa e aspetti
che le tue piccole mani
e il tuo sguardo d'uomo
ne facciano un ritratto.

Bisogna spegnere le emozioni
per non morire di vergogna
incrociando i tuoi occhi.

Adriana Altamirano






domenica 8 settembre 2019

Schiacciata con l'uva


La schiacciata con l'uva è una focaccia tipica della Toscana, in particolare di Firenze e Prato. Dolce di origine povera, che un tempo veniva cucinato al tempo della vendemmia, con semplici ingredienti: pasta di pane, olio d'oliva, zucchero e uva nera dai chicchi piccoli. Si gusta rigorosamente ben raffreddata, per dare modo allo zucchero di barbabietola di fondersi con quello dell'uva. Oggi dopo 37 anni di vita a Firenze mi sono decisa a cucinarla e sono molto fiera di me, è venuta buonissima!



Ingredienti

1.200kg uva nera piccola
350g di farina
200ml acqua tiepida
15g di lievito di birra a panetto
8 cucchiai di olio d'oliva
8 cucchiai di zucchero
1 pizzico di sale

Preparazione

Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida e mettere da parte. Setacciare la farina con il sale su una spianatoia, fare un vulcano, aggiungere lo zucchero e un po' alla volta l'acqua con il lievito, e due cucchiai di olio. Mescolare a lavorare la pasta con le mani infarinate, formare una palla e mettere dentro un bowl, coprire con un telo e mettere dentro il forno spento e lasciare lievitare per al meno due ore, deve raddoppiare di volume . Nel frattempo lavare e asciugare bene i chicchi d'uva. Quando è lievitato lavorare con un po' di farina e fare due palline. Tirare la pasta sottile e mettere in una teglia unta con olio d'oliva (io ho usato quella del forno, circa 34 per 34 cm), cospargere il primo strato con circa 700g d'uva, poi spolverare con 3 cucchiai di zucchero e 3 di olio. Stendere l'altra pallina di pasta e coprire il primo strato, sigillare bene i due strati. Mettere sopra l'uva restante, con 3 cucchiai di zucchero e 3 di olio d'oliva. Accendere il forno a 170° ventilato, una volta caldo mettere la schiacciata a cuocere per circa 45 minuti o 1 ora. 







Versión en español



La schiacciata con uva es un pan dulce típico de la Toscana, en particular de Florencia y Prato. Dulce de origene pobre, que un tiempo venía preparado durante la vendimia, con ingredientes simples como: masa de pan, aceite de oliva, azúcar y uva negra (de tipo muy pequeño). Se come rigurosamente ya que está fría para dar modo que el azúcar granulado se funda perfectamente con el de la uva. Acompañar con una copita de vino santo o un buen porto. Hoy por primera vez en 37 años de vida aquí en Florencia me decidí a preparala, de la vista y del gusto creo que logré un excelente resultado!

Ingredientes

1.200kg de uva negra pequeña
350g de harina
200ml de agua tibia
8 cucharadas de aceite de oliva
8 cucharadas de azúcar
15g de levadura de cerveza
1 pellizco de sal

Preparación

Diluir la levadura en el agua tibia, reservar. Cernir la harina con la sal y formar un volcán en una tabla de amasar. Agregar al centro del volcán el azúcar y un poco a la vez el agua con la levadura diluida y después 2 cucharadas del aceite de oliva. Amasar ayudándose con un poco de harina y formar una bola, dejar reposar la masa en un bowl cubierto con un telo adentro del horno apagado. Dejar levitar por al menos dos horas hasta que duplique su volumen. Mientras lavar y secar bien toda la uva y reservar.
Una vez que la masa haya crecido, se maneja de nuevo por pocos minutos y se hacen dos bolitas. Primero se extiende una bolita y se unta muy bien una charola (yo uso una de 34 por 34cm) , se extiende arriba la masa, se le pone mitad de uvas, se espolvorea con 3 cucharadas de azúcar y 3 de aceite de oliva. Se continúa a extender la segunda bolita de masa, se cubre todo con ella, se sella perfectamente por todos lados, se agrega el resto de la uva, 3 cucharadas de azúcar y 3 de aceite de oliva. Se pone en el horno ventilado a 170° por 45 min o 1 ora. 















 

domenica 25 agosto 2019

El pie en dos estribos. Il piede su due staffe



Como todos los años con la llegada del verano preparo mi viaje a México para ir a visitar a mi mamá y resto de la familia. Salgo del aeropuerto de Florencia. En los últimos tiempos lo han agrandado y embellecido, en espera del suspirado permiso para alargar las pistas de aterrizaje y despegue de los aviones sin tener problemas por el viento fuerte o mal tiempo como sucede ahora y por supuesto superar las guerras internas entre los grupos políticos “pro-aeropuerto” y “contra-aeropuerto”, un “must” del bipolarismo existencial actual.
Es muy temprano en la mañana y ya con mucha gente. Todo procede regular, la mayoría de las personas que encuentro son de origen asiatica o árabes, se caracterizan por llevar muchas maletas y muy grandes. Familias con niñas vestidas todas con colores de rosa, con brillantitos, cargan trolleys color fiuscia con personajes de princesas, sirenas de WaltDisney. No cabe duda que las costumbres son difícil de cambiar, (lo digo por eso de los esterotipos).

El viaje a Roma es muy corto, el aeropuerto de Fiumicino es muy bello y limpio, con buenos restaurantes y excelentes tiendas con marcas de lujo como Gucci, Prada y Ferrari. Los negocios de alimentos estàn decorados en manera cautivadora, se antoja comprar todo. Llegando a este limpio y ordenado aeropuerto, un extranjero no puede imaginar el caos que encontrará fuera de ahí, al momento de atravesar la salida, será toda una aventura.
Vuelo con Alitalia de Roma a la Ciudad de México, compañía de bandera italiana siempre al bordo de la bancarrota. Todos muy amables y elegantes los integrantes de la tripulación, pero la aeronave, la comida y los servicios “senza infamia e senza lode”, o sea mediocre: un verdadero pecado para el made in Italy!






Llegar al aeropuerto de la Ciudad de México es siempre de impacto, lo primero que te golpea es el olor de comida de fast food junto a los aromas fuertes de los perfumes del duty free, un mix mortal. Sin entrar en polémica creo que es realmente necesario construir un nuevo aeropuerto, el actual se quedó chiquito para el volumen de usuarios y está muy arruinado, ojalá se logre hacer algo nuevo, sobretodo por cuestiones de seguridad. La incomodidad del aeropuerto viene compensado por la gentilez de sus empleados y del mexicano en general.
Los aeropuertos pueden parecer todos más o menos iguales, con sus cafeterías, restaurantes, duty free shops con artículos y especialidades de cada país, según yo son los lugares más democráticos antiracistas que todavía existen pues ves gente procedentes de todo el mundo, de todos colores y sabores en aparente armonìa. A mi me gusta observar a la gente y siempre descubro algun personaje digno de caricatura, mientras esperaba el vuelo a Tampico, noté a una joven mujer regordeta sentada en el suelo, vestida en manera muy kitch en patas de gallo (pienso a cuando esas chanclas se usaban solo en la playa o cuando salíamos a mojarnos en la lluvia de niños, ora las usan hasta para ir a teatro!). Bueno pues esta simpática mujer muy quitada de la pena se hacía una limpieza muy precisa de sus gorditos pies, usaba unas toallitas húmedas y se restregaba cada dedo con una precisión maniática después de eso los secaba con kleenex y por último los untaba de crema. Y yo pensé: le importa un pito las reglas de etiqueta, ¡que felicidad ser ordinaria!

 Yo amo las tradiciones, y en los últimos años me quedo en Tampico uno o dos días con mi primo querido y su pareja. Ellos me consienten y me tratan como reina, vamos siempre a la playa y yo gozo como una niña, y cada vez que entro en su mar es como un bautizo, ¡Adoro!



Y llega el día que parto para el Mante, tomo mi autobus de Transpais, óptimo siempre su servicio. Por primera vez me piden un documento de identificación, esto debido a los problemas de fuerte migración que están viviendo y el gobierno requiere más controles. Cierto que el problema de la migración se ha vuelto una cuestión muy complicada y difícil de resolver en todo el mundo.
Una vez en Mante, fue muy conmovente estar con mi mamá, a sus noventa años está perfectamente cuerda. Pasamos días y tardes conversando de mil temas, no solo recordando viejos tiempos pues aunque si casi no sale de la casa está muy bien informada de la situación mundial y sus problemas. Juntas hicimos menús para cocinar y curiosa me hacía compañía mientras yo preparaba nuestras comidas, a veces ella se tomaba un tequilito y yo vino tinto. Momentos inolvidables.
Estar con todas mis hermanas y sobrinos es siempre una fiesta, no falta como sea alguna escaramuza, es inevitable, cada cabeza es un mundo. Lo importante es que todos los conflictos se desbarataban como la espuma del mar.Y al final vengo homenajeada generosamente por todos ellos.




El adiós, siempre se tiñe de gris y aunque si es un rito que se repite desde hace más de treinta años, es algo que inevitablemente trae consigo dolor y no se logra acostumbrar. Sabes que extrañarás a tus seres queridos, sinembargo estás conciente que ya ese mundo no te pertenece, tu casa es aquella donde has hecho raíces, en mi caso son treinta y siete años en Italia y entonces el alejarse se vuelve más sufrido pues en fondo al corazón se vive como una pequeña traición con respecto a tu país natal. Al menos yo así lo siento. Ahora más visto que mi hija está viviéndo en Oaxaca, mis dos más grandes amores: madre e hija lejos de mí. No ha sido fácil, no será fácil vivir siempre con un pie en dos estribos. ¡Diablos a la lejanía!





Versione in italiano

Come tutti gli anni con l'arrivo dell'estate preparo il mio viaggio in Messico per andare a visitare la mia mamma e il resto della famiglia. Parto dall'aeroporto di Firenze che negli ultimi anni hanno rimodellato e imbellito. In attesa di riuscire ad avere i permessi per allungare la pista che permetta l'atterraggio e il decollo degli aerei anche quando c'è vento forte o mal tempo, e ovviamente se riescono a superare le guerre interne fra i partiti del “pro-aeroporto” o i “contro-aeroporto”. Un must del bipolarismo esistenziale di questi tempi odierni.
È mattina presto ed è pieno di gente. Tutto procede regolare, la maggioranza delle persone che trovo sono d'origine asiatiche o arabe, si caratterizzano perché hanno molte valigie e molto grandi. Famiglie con bambine vestite tutte di rosa, con luccichii, portano dietro trolleys di colore fucsia con personaggi di principesse, sirenette di WaltDisney, certo che cambiare costumi è difficile, (lo dico per quella cosa degli stereotipi)
Il viaggio a Roma è breve, l'aeroporto di Fiumicino è molto bello e pulito, con buoni ristoranti ed eccellenti boutique di lusso come Gucci, Prada e Ferrari. I negozi di genere alimentari sono arredati in maniera accattivante, ti vien voglia di comprare tutto. Quando arriva uno straniero a questo ordinato e bell'aeroporto non può immaginare il caos che troverà fuori una volta varcata la uscita, sarà tutta un'avventura!
Volo con Alitalia da Roma a Città del Messico, la nostra compagnia di bandiera sempre sull'orlo del fallimento. Sono tutti molto gentili ed eleganti i componenti della equipaggio, ma l'aeronave, il cibo e i servizi sono proprio “senza infamia e senza lode”: un vero peccato per il made in Italy.





Arrivare all'aeroporto della Città del Messico è sempre d'impatto, la prima cosa che colpisce è il odore di cibo di fast food e l'aroma dei profumi del duty free, un mix micidiale. Senza voler polemizzare credo che sia veramente urgente la costruzione di un nuovo aeroporto, l'attuale è diventato piccolo per il volume di utenti ed è veramente rovinato dagli anni, speriamo che risolvano il problema della costruzione di uno nuovo, sopratutto per la questione di sicurezza. Il disagio che si trova in questo vecchio aeroporto viene ricompensato della gentilezza dei suoi impiegati o dei messicani in generale.
 Gli aeroporti possono fra di loro assomigliarsi molto, con i suoi caffè, ristoranti e duty free più o meno uguali, secondo me sono posti molto democratici e antirazzisti perché si vedono persone provenienti di tutto il mondo, di tutti colori e sapori in apparente armonia. A me piace osservare la gente nelle lunghe attese e ogni volta scopro qualche personaggio particolare o buffo. Mentre aspettavo il volo a Tampico, ho visto una donna giovane grassottella seduta in terra, vestita in maniera molto kitch e con l'infradito (un tempo l'infradito si usavano solo per andare al mare o quando da bambini ci si bagnava sotto la pioggia, ora si usano anche per andare a teatro!). Bene questa simpatica donna si faceva una pulizia accurata dei suoi piedini cicciotti, con delle salviettine umide si strofinava ogni dito con precisione maniacale, dopodiché li asciugava con un kleenex e per ultimo li ungeva di crema. Io ho pensato che felicità l'essere ordinari!

 Io amo le tradizioni, negli ultimi anni rimango uno o due giorni a Tampico con mio amato cugino e la sua compagna. Loro mi coccolano e mi trattano come una regina, mi portano sempre in spiaggia e io me la godo come fosse una bambina e ogni volta che entro nel mare è come fosse un battessimo. Adoro!


Poi arriva il giorno che parto per il Mante, prendo l'autobus Transpais, ottimo sempre il servizio. Per la prima volta mi chiedono l'identificazione, questo dovuto al problema della forte migrazione che stano anche loro vivendo, il governo sta richiedendo più controlli per l'incremento dei migranti e la politica di respingimento di Trump. Certo che la migrazione è diventato un problema mondiale e sta diventando una questione difficile da gestire e risolvere dappertutto.
Una volta al Mante, è stato molto commovente passare del tempo con la mia mamma, ha novanta anni e sta perfettamente di testa. Abbiamo trascorso giorni interi a conversare di mille temi, non solo ricordando vecchi tempi ma anche cose d'attualità, non ostante lei esca poco da casa è molto ben informata di quello che succede fuori nel mondo. Insieme abbiamo scritto menù per cucinare e lei curiosa mi guardava mentre preparavo i nostri pranzi, a volte lei beveva qualche shottino di tequila e io del vino rosso. Momenti indimenticabili.
Stare con le mie sorelle e nipoti è sempre una festa, non sono mancate qualche scaramucce, cosa inevitabile: ogni testa è un mondo. Lo importante è che tutti i conflitti si scioglievano come la schiuma del mare. Alla fine sono stata sempre generosamente omaggiata da tutti quanti.




L'addio si tinge sempre di grigio e anche se è un rito che se ripete da più di trenta anni, è qualcosa che inevitabilmente porta con se dolore e non ci si riesce ad abituare. Sai che ti mancheranno le persone care, comunque sei cosciente che quel mondo non ti appartiene più, tu casa è quella dove hai fatto crescere radici, nel mio caso sono trentasette anni qui in Italia e allora allontanarsi diventa ancora più sofferto perché in fondo al cuore si vive questo come un piccolo tradimento nei confronti del tuo paese natale. Al meno io lo vivo così. Oggi ancora di più visto che mia figlia vive a Oaxaca, i miei due grandi amori: madre e figlia lontane da me. Non è stato facile, non sarà facile vivere sempre con il piede in due staffe. Accidenti alla lontananza!